Consiste nel prelievo di liquido amniotico in cui sono sospese cellule di desquamazione provenienti dal sacco amniotico e dal feto stesso (epidermide, tubo digerente, tratto respiratorio e apparato urogenitale). Dopo un periodo di coltura, tali cellule possono essere utilizzate per l’analisi del cariotipo fetale. Il prelievo si effettua solitamente tra la 16° e la 18° settimana di gravidanza.

Il prelievo viene effettuato per via eco guidata con un ago molto sottile che viene introdotto attraverso l’addome materno nella cavità uterina e quindi nel sacco amniotico.

Dopo il prelievo viene controllato il battito cardiaco e la paziente viene inviata a casa consigliando tre giorni di riposo e astensione dai lavori pesanti.

Analogalmente alla villocentesi comporta un rischio di aborto di circa 0, 1-0,5%

Esito dell’esame

Sul liquido prelevato vengono eseguite due analisi.

La prima, parziale ma molto rapida, viene fatta con la tecnica FISH: essa permette di escludere la trisomia 21, responsabile della sindrome di Down e di valutare i cromosomi sessuali, fornendo così una diagnosi certa di sesso. Il risultato viene comunicato telefonicamente 3 giorni dopo l’amniocentesi.

La seconda, più completa ma più lenta, prevede la coltura in laboratorio degli amniociti e richiede circa tre settimane. Il risultato verrà subito comunicato telefonicamente e poi verrà inviato a domicilio.

Analogalmente alla villocentesi può essere effettuata l’analisi prenatal Bobs.

Possibili complicanze

Dopo il prelievo è generalmente riferita una dolenzia simil mestruale destinata a ridursi e scomparire in breve tempo. Raramente nelle ore o nei giorni successivi al prelievo si osservano perdite di sangue o di liquido amniotico e generalmente si risolvono spontaneamente.